La provincia di Monza, pur essendo dotata di acquiferi di buona resa, ha dovuto affrontare problemi legati alla qualità e all’entità dei prelievi, descritti in una qualificata letteratura tecnica. Infatti sin dagli anni ’70 dello scorso secolo quest’area ha subito un rapidissimo e inconsueto abbassamento dei livelli di falda, tanto da essere oggetto di specifica attenzione da parte di molti studiosi che in quel periodo hanno analizzato il problema con grande dettaglio, sotto la guida del CAP di Milano per l’aspetto idrogeologico.
Gli acquiferi sono esposti a radicali peggioramenti qualitativi che oggi rende complessa la soluzione dei problemi posti dalla non breve sosta delle attività produttive idro-esigenti legata all’emergenza sanitaria del 2020. In questo quadro, oltre alle necessità di assicurare qualità ed entità l’approvvigionamento idrico, si viene a inserire il fatto che l’urbanizzazione progressiva dell’area implica l’incremento dei progetti di edifici e infrastrutture che prevedono l’utilizzo del sottosuolo anche fino a 20-25 m di profondità.
Si ritiene quindi utile un aggiornamento dei lineamenti idrogeologici tracciati dallo studio del CAP nel 1973, anche alla luce della pregevole letteratura tecnica da allora prodotta, del quale vengono di seguito esposti i risultati in forma sintetica.